L. Carli, 1980

Il miracolo del racconto della nascita della favola, della tessitura umana, della spiritualità umana, riconduce a misteriose apparizioni, a intatti momenti di attenzione, a episodi dell’infanzia di ognuno, quando ancora il rumore degli arnesi degli artigiani, i vecchi mestieri, oltre a cullare i sonni di molti anni fa, accompagnava la voce della strada, là dove ferveva la vita.
Da spalancati occhi stupiti parlano, i personaggi di Vittorio Mameli, di un mondo ancora intatto dove la violenza quotidiana non viene ravvisata con la frequenza di oggi nella vita sociale. Un mondo silenzioso, oggi, respira nel cuore di molti, che ne intuiscono un impegno diverso, più pulito. Allora la macchina più importante erano le mani dell’uomo, il motore più significativo l’inventiva individuale e la ferrea volontà di giungere all’altrui persona attraverso un umile lavoro, come un canto che accompagnava una nuova conoscenza, un nuovo amore, la nascita di un’amicizia di collaborazione e di stima.

I legni di Vittorio Mameli sono scelti con cura, quasi una personalità da assecondare, da condividere, da suggellare in una figura che necessariamente deve nascere per far rivivere un mondo in attesa di una fremente richiesta di pulizia, di spontaneità, d’impegno, di conoscenza profonda delle tecniche usate, di maturità individuale.
E riteniamo valido questo messaggio che nasce dai personaggi silenziosi di Mameli, impegnato e serio artista del nostro tempo. L’eclettismo del Nostro viene riscoperto anche attraverso delle puntesecche che egli ci mostra al suo studio e progetti ancora nuovi per questa produzione. Dalla caricatura al vecchio mestiere, allo sguardo di volti segnati dal tempo che sembrano ancora scrutare un mistero al di là del quale l’uomo si riconosce e si riunisce.
Restare al di là del tempo e della storia fedeli esecutori e cronisti di un momento storico ancora incerto a livello individuale, eppure già segnato da forze ben più vaste, forse a ricoprire sotto un velo di dimenticanza quella poesia che ben poco potrà servire alla produzione, ben necessaria invece per l’uomo e la storia che dall’uomo nasce.

Laura Carli
(Direttrice dell’Accademia "Opificio delle pietre dure" di Firenze)
Firenze, 1980

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